martedì 7 ottobre 2014

I furbetti dell' Eroica ...


Hanno fotocopiato un pettorale regolare e poi se lo sono distribuito tra 7 amici. Una «furbata» partorita allo scopo di partecipare alla corsa Eroica di Gaiole in Chianti (il raduno del ciclismo vintage che convoglia sui percorsi delle strade bianche tra Siena e Firenze circa 6 mila persone da tutto il mondo) domenica 5. Beneficiando anche dei ristori dal menù affatto disprezzabile: ribollita, salumi, formaggi a volontà e Chianti a fiumi. Riproduzione a colori, leggermente seppiata per «invecchiarla» quanto bastava, perfettamente riuscita. Ma i 7 furbetti non sapevano della novità di quest’anno: quella dei «gendarmi» dell’organizzazione mescolati tra gli iscritti. Controllori in bici, magliette e scarpette come tutti gli altri
Lo scopo dei nuovi controlli previsti era quello di evitare il moltiplicarsi degli imbucati e degli scrocconi che lungo il percorso approfittano dei posti ristoro all’insegna delle specialità toscane. Appunto: qui, lungo le strade che scorrono tra le colline delle crete senesi, ci si ferma per bere Chianti, mangiare ribollita e formaggi, finocchiona e altri salumi. Tutto a volontà. Quando i 7 sono stati «scoperti» da uno dei «gendarmi», Alessio Stefano Berti - «Sempre loro sul percorso, sempre con lo stesso pettorale, il 1347», racconta - ne è nato un inseguimento lungo le strade del tragitto. Alla fine per la squadra dei furbetti - indossavano una bella maglia vintage: quella degli «Amici del pedale», di Firenze- è scattata una sorta di «sanzione morale»: squalifica immediata per il possessore dell’iscrizione fotocopiata. E pubblicazione delle foto degli gruppetto di imbucati sul pagina Fb dell’Eroica
In fondo anche questa dei 7 furbetti è una storia di ciclismo. Anche se regole, educazione e men che meno bon ton sportivo sono state calpestate. Il raduno per i patiti del ciclismo vintage convoglia da queste parti circa 5500 persone, un terzo delle quali dall’estero. Non è una gara, in palio non c’è niente: qui è solo passione, si corre con biciclette e indumenti d’epoca (vale tutto: dai velocipedi di fine XIX secolo alle bici dell’epoca di Coppi, Bartali e sino a metà degli anni ‘80). I percorsi variano da un minimo di 50 chilometri a un massimo di 200. Semmai c’è il «premio» delle leccornie toscane ai ristori. Gli «imbucati» arrivano a frotte: quest’anno, stando a dati dell’organizzazione, devono essere stati circa 2 mila. Come li hanno contati? «Le porzioni di ribollita: ne abbiamo servite, appunto, per oltre 7 mila persone. E a mangiarle erano tutti diversi...»
Sulle prime, i 7, non sapendo di parlare con un controllore ufficiale, hanno ammesso tutto: l’idea della fotocopia del pettorale era maturata per poter partecipare in qualche modo al raduno la cui iscrizione veleggia attorno ai 45 euro. Quest’anno l’organizzazione, viste le migliaia di richieste, aveva deciso di sorteggiare i pettorali. «La sorte non ci ha premiato e questa nuova regola è ingiusta: noi però volevamo partecipare lo stesso. E questo era l’unico modo». Poi però Berti si è qualificato: i sette si sono allontanati, additati anche dai ciclisti regolarmente iscritti. Qualcuno gli ha strappato anche il pettorale. Non contenti di essere stati individuati, il gruppo dei furbetti ha atteso lungo i il controllore della corsa, con intenzioni non chiare. «Ecco il giustiziere», hanno gridato quando lo hanno visto. Questi però, massiccio e ben piazzato, in qualche modo li ha allontanati


Fonte @corriere

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