Gennaio 1985, ore 2,00: crolla il palazzetto sotto la neve. Addio al tempio dello sport
Cede sotto il peso la tensostruttura. Dan Peterson lo definirà «The Black Thursday»
di Fabio Monti
Palazzetto dello sport, una delle arene coperte più grandi del mondo. È un giovedì, che Dan Peterson ribattezzerà Black Thursday. Alle 2.00 di notte, il metro di neve caduto su Milano dal 14 gennaio provoca l’abbassamento del tetto perché cede la tensostruttura in cavi di acciaio che lo sostiene. Sebbene la copertura sia danneggiata, continua a sopportare tutto il carico della neve (800 tonnellate).
La follia dell’acqua calda
Ma le grondaie ostruite, i tentativi di ridurre il carico di neve gettando acqua calda sul tetto (che subito diventa ghiaccio) e alzando la temperatura interna all’edificio peggiorano la situazione. Due settimane dopo, il Palasport, dove già si erano esibiti i Queen (14-15 settembre 1984) avrebbe dovuto ospitare il primo concerto degli U2 in Italia
Viene posata la prima pietra per la costruzione del Palasport, anche se i lavori si concludono il 22 agosto 1970. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto polifunzionale coperto fra i più grandi d’Europa (45.000 metri quadrati, 20.850 di superficie coperta), a pianta circolare e con profilo a doppia curvatura (a sella di cavallo), capienza 18.000 spettatori. I pilastri di cemento armato sono 38.
Si trova a 300 metri dallo stadio di San Siro, tra via Federico Tesio e via Patroclo. All’esterno appare come una conchiglia rovesciata ed è stato concepito come un polo per l’attività sportiva e il tempo libero. I lavori durano otto anni, per un totale di un milione di ore di lavoro. Vengono impiegati 27 mila metri cubi di calcestruzzo; quattro tonnellate di acciaio; seimila metri quadrati di vetro e pareti trasparenti.
31 gennaio 1976, «l’allegria» di Mike
Si spalancano i 24 ingressi del Palasport per l’inaugurazione ufficiale, con una manifestazione all’americana, che inizia alle 16.55. A condurla, davanti a 11.000 spettatori, è Mike Bongiorno (in pantaloni gialli), che si presenta con la frase: «Milanesi, allegria».
La banda dei Martinitt esegue «Oh mia bela Madunina». Insieme con Walter Chiari e Gloria Gaynor, Carlo Loffredo e Liliana Cosi, si esibiscono alcuni grandi ex, da Maspes e Gaiardoni a Tano Belloni, da Binda ad Adorni (ciclismo), ma non mancano le stelle dell’atletica (Dordoni e Ottolina), del pugilato (Loi e Benvenuti), della scherma (Edo e Dario Mangiarotti, Delfino e Pavesi), ma anche del tennis (Sirola e Lea Pericoli).
La prima manifestazione sportiva ospitata dal Palasport è un meeting di atletica (10-11 febbraio), ma il vero lancio coincide con la Sei Giorni di Milano, che raduna 87.222 spettatori paganti dal 14 al 20 febbraio, per un incasso di 169.907.000 lire. Il 26 marzo, è la volta del pugilato con il match Antuofermo-Warusfel e per quello fra Arcari e Mattioli (2 aprile) i paganti sono addirittura 12.151.
4 ottobre 1988, le esplosioni
A metà pomeriggio del martedì successivo alla chiusura dei Giochi Olimpici di Seul, gli ultimi otto pilastri, alti 25 metri, mille metri cubi di cemento armato vengono fatto esplodere con 144 chili di Gelatina 1 caricata e innescata.
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