Perché Zwift non è una soluzione valida per andare forte in bicicletta
Zwift è senza dubbio uno strumento utile per chi vuole mantenere la forma in condizioni avverse. È ideale per superare gli ostacoli del maltempo, delle giornate corte e fredde dell’inverno, permettendo di allenarsi in casa in modo interattivo e coinvolgente. Tuttavia, se l’obiettivo è migliorare le proprie prestazioni in bici su strada, Zwift presenta alcune criticità che non vanno sottovalutate.
1. Percorsi liberi e irregolarità della pedalata
Uno dei problemi principali di Zwift è che i percorsi liberi non sono ottimizzati per seguire un programma di allenamento strutturato. Le continue variazioni di pendenza e intensità portano a una gestione poco controllata della potenza, con il rischio di pedalare troppo forte o troppo piano rispetto al piano di lavoro stabilito. Questo può compromettere l’efficacia degli allenamenti e rendere difficile raggiungere miglioramenti mirati.
2. Il rischio di gareggiare troppo spesso
Zwift offre numerosi eventi e gare virtuali, il che può essere allettante per molti ciclisti. Tuttavia, partecipare frequentemente a queste competizioni può risultare controproducente. Il rischio è quello di spingere sempre al massimo, accumulando fatica senza una programmazione adeguata, con il conseguente pericolo di overtraining e calo delle prestazioni nel lungo periodo.
3. Disidratazione e perdita di elementi energetici
Un altro problema spesso sottovalutato è la sudorazione eccessiva. Pedalare indoor comporta un maggior surriscaldamento del corpo rispetto all’allenamento su strada, con una sudorazione più intensa e il rischio di disidratazione. Se non si reintegrano correttamente liquidi e sali minerali, si può incorrere in cali di energia e performance inferiori anche negli allenamenti successivi.
Conclusione
Zwift è sicuramente un ottimo strumento di allenamento, ma deve essere utilizzato con criterio. Bisogna evitare di farsi prendere dalla voglia di gareggiare troppo spesso e pianificare le sessioni con attenzione per evitare di compromettere la qualità dell’allenamento. Se usato correttamente, può essere un valido alleato, ma senza un approccio strategico rischia di diventare un ostacolo per chi vuole davvero migliorare le proprie prestazioni in bicicletta.
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