Anche nel ciclismo agonistico, qualche decimo di secondo di vantaggio può fare la differenza. Ecco come la tecnologia aiuta gli atleti a guadagnare quei centimetri in più
Altro che scampagnate, borracce e aria pura contro il viso. Quando il gioco si fa duro – e soprattutto quando ci sono in ballo parecchi soldi, come nel caso del Tour de France, che termina domenica 21 luglio – anche il ciclismo si trasforma. E iniziano a entrare in ballo parole come galleria del vento e resistenza aerodinamica. Perché, a livelli agonistici, la differenza può essere fatta proprio dai piccoli dettagli. Quelli che permettono di guadagnare una manciata di centimetri – o, se preferite, qualche decimo di secondo – e conquistare la maglia gialla, com'è avvenuto durante la quarta tappa dell'edizione di quest'anno del Tour, vinta con un margine ridottissimo dalla squadra Orica GreenEdge.
"Il segreto sta tutto nei piccoli dettagli", racconta alla Bbc Simon Smart, l'uomo che, dopo 14 anni di lavoro in Formula Uno, ha trasferito nel ciclismo il suo know-how nel campo della biomeccanica, fondando la Smart Aero Technology, un'azienda con sede a Brackley, cittadina non lontana dal circuito di Silverstone. “ Proviamo a cambiare le forme di casco, telaio e pedali anche solo di un decimo di millimetro. Che comunque può fare la differenza". Ogni componente della bicicletta, infatti, rallenta in qualche modo la velocità, a causa della propria resistenza aerodinamica. L'obiettivo di Smart Aero, che ha collaborato con Orica GreenEdge, è proprio quello di scoprire le zone che offrono maggiore resistenza e capire come minimizzare tale effetto. Un processo complesso e costoso.
Smart si serve della cosiddetta fluidodinamica computazionale (Cfd), un insieme di algoritmi che permettono di produrre al computer una sorta di mappa di resistenza di bicicletta e ciclista. E capire quindi quali sono le aree che rallentano maggiormente la velocità. Anche se, come racconta lo scienziato, spesso nel mondo reale le cose vanno un po' diversamente rispetto a quanto accade al simulatore. La sperimentazione, dunque, non finisce qui. Lo sanno bene anche i tecnici di Specialized, un'azienda statunitense, concorrente di Smart Aero, che ha recentemente investito parecchi denari nella costruzione di una galleria del vento, una delle quali è abbastanza grande da ospitare più biciclette allo stesso tempo. " Avere una propria galleria, anziché doverne noleggiare una quando necessario e inviarci solo un paio di ingegneri, ha parecchi vantaggi", racconta Mark Cote, uno degli scienziati di Specialized: " L'intero team di sviluppo può entrarci e tutti possono portare il proprio apporto. È così che sono nate molte delle nostre idee migliori".
Naturalmente, l'elemento che causa maggior resistenza aerodinamica è anche quello più importante: il ciclista. Il corpo umano, infatti, non è propriamente aerodinamico, continua Smart, e dunque è su di esso, oltre che sulla bicicletta, che deve concentrarsi la maggior parte degli studi. Molti atleti, per esempio, indossano abiti confezionati su misura: " Non è la cosa più semplice da realizzare. Bisogna evitare, per esempio, le cuciture, che disturbano il flusso dell'aria e aumentano massicciamente la resistenza del corpo". Calzini compresi, per coprire le fibbie delle scarpe, un elemento altamente frenante dal punto di vista aerodinamico. Sarà per quello che sudate così tanto in salita?
Fonte@wired.it
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