Penso che il definitivo salto di qualità quel click mancante tanto inseguito, lo troverò proprio in Pista.
Prima di tutto in Pista si sviluppa un colpo di pedale rotondo, agile, molto agile, agilissimo, in quanto si viaggia costantemente a 130 Rpm e allo stesso tempo potente, perchè con queste cadenze si deve esplodere in volata con rapporti discretamente lunghi tipo il 51x15 o il 48x14 dipende dalla combinazione.
Prima di tutto in Pista si sviluppa un colpo di pedale rotondo, agile, molto agile, agilissimo, in quanto si viaggia costantemente a 130 Rpm e allo stesso tempo potente, perchè con queste cadenze si deve esplodere in volata con rapporti discretamente lunghi tipo il 51x15 o il 48x14 dipende dalla combinazione.
Secondo in Pista si impara a viaggiare in apnea, si fanno fuori giri da panico, ma allo stesso tempo si deve tenere duro perchè gli altri continuano a scattarti in faccia con violenza, stringere i denti, andare fuori soglia, diventa la normalità.
Terzo, si impara a guidare la bici, in Pista si va via con lo scatto fisso, e non ci sono i freni, si deve usare il cervello alla massima velocità per districarsi in situazioni complicate da pelo sullo stomaco, una volta imparato a guidare la bici come si deve, poi su strada diventa un gioco stare in gruppo.
Quarto si impara la tattica, si deve decidere quando partire, quando fare le volata, quando chiudere sulle fughe, dando tutto, senza mai restare a secco, si deve imparare ad andare veloci spendendo poco, per poi avere il colpo del Ko quando serve .....
E io lo dico da una vita, le corse si vincono sulla riga .....
Quindi quando un ciclista passa dalla fase stradista pedalatore, a Pistard, ha un' arma in più, potrei dire un' arma in più per colpire il bersaglio, mi viene da sganasciarmi dal ridere a pensare che esistono "direttori sportivi" gente di una certa età che ha in mano i corridori da una vita che ancora ad oggi continuano a dire che la Pista fa male, leggende metropolitane del tipo che imballa le gambe o caXXate del genere!!!!
Gente incompetente che fa fare tonnelate di salite a corridori esordienti ed allievi, imballandogli letteralmente le gambe, senza portarli minimante una volta a girare in una scuola di Ciclismo come è la Pista.
Per finire ai giovani ciclisti dico, andate in Pista, ci sono Velodromi in tutta Italia, dove ci sono insegnanti qualificati che vi insegneranno a pedalare in totale sicurezza, fuori dal traffico e dove potrete fare il Ciclismo con la C maiuscola.
Faccio mia una massima di un grande corridore "Surplace"
Sopra la strada il pistard campa,
sopra la pista lo stradista crepa
Finisco con due esempi di Pistard-Stradisti, (tralasciando il vincitore della San Remo Campione Olimpico Mark Cavendish) ma mi limito a due corridori Italiani usciti dalla scuola dei Velodromi.
ANDREA GUARDINI 5 Vittorie ad inizio 2011
ELIA VIVIANI Vincitore oggi a Donoratico
penso tutto ciò che hai detto!
RispondiEliminaOltretutto ci sono grandi stradisti che non sono manco velocisti e vengono dalla pista! E infatti lo stile si vede...
Ora non mi viene il nome, un paio di anni fa è stato in classifica al tour... Appena mi viene riscrivo
Simone secondo me allenarsi a 110-130 RPM (e la pista è un'ottimo terreno) fa andare forte anche in salita: quindi ottima scelta.
RispondiEliminaPeppiniello.
Bradley Wiggins è il corridore Inglese, vincitore delle Olimpiadi di Pechino nella specialità dell'inseguimento individuale, che se non ricordo male dovrebbe esere quarto al Tour 2009 e prima maglia rosa al Giro del 2010. In ogni caso, ci sono stati tanti altri campioni cresciuti nelle scuole dei velodromi. Purtroppo, ciò che scrive Simone è vero, ci sono diversi direttore sportivi e in particolare quelli che non hanno mai visto un velodromo e neppure sanno come fare una volata che sono figli della mamma degli imbecilli che è sempre incinta. Speriamo solo che dopo la tanto attesa pulizia dal doping, venga anche la professionalità tecnica di chi deve seguire i ragazzi. Angelo Onofri
RispondiEliminacondivido in tutto le tue considerazioni. Peccato che a l'unica pista vicino a milano è quella scoperta di Dalmine.
RispondiEliminagrazie Angelo, avevo il nome sulla punta della lingua e non mi veniva!
RispondiEliminaComunque di cavolate sugli rpm che farebbero male, ecc. ne ho sentite tantissime da preparatori pure io...
Posso solo dire che alcuni anni fa, da amatore, quando cominciai a girare con rpm davvero alti in alcuni allenamenti ho trovato un sacco di vantaggi, secondo me si sposta pure più in alto, ad rpm più alti intendo, la potenza massima espressa (che come è noto si esprime a rpm non massimali, che cambiano da soggetto a soggetto) con grandissimi vantaggi nelle classiche tiratone sui falsi piani e salite leggere dove si diventa dei veri treni... E ne guadagna pure lo stile di pedalata...
Qui in puglia c'è un solo velodromo scoperto, a Barletta, di cemento, sui 333 m., mi pare, e non è manco tanto facile accedervi... C'è stato pure un periodo di abbandono.
Simone mi consentirà di usare questo suo magnifico blog per condividere quanto afferma l'amico Ubaldo e qualcuno mi smentisca se un buon ritmo di pedalata non è il primo passo per definire un buon ciclista, poi ovviamente subentrano tanti altri fattori che fanno il resto. Per quanto riguarda il velodromo di Barletta avevo sentito parlare che doveva riaprire con gare organizzate dalla UISP, qualora ci fossero notizie ti pregherei informarci, grazie. Un saluto. Angelo Onofri
RispondiEliminaallora allora, dovrebbero occuparsi del velodromo una o più società della zona, con gare e due allenamenti settimanali... Per fortuna...
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