martedì 21 settembre 2010

Doping, sono 6 gli arrestati nell'operazione "Cobra - Red"

ENRICO ROSSI ARRESTATO !!!!
(Fratello di Vania positiva e Cognato di Riccò)


Salgono a sei gli arresti nell’ambito
dell’operazione antidoping "Cobra red" condotta tra Roma e Rimini dai
carabinieri del Nas. I provvedimenti riguardano il ciclista
professionista Enrico Rossi, il ciclista amatoriale Giorgio Galli,
l’agente pubblicitario (e non, come si era appreso, giornalista)
Vanegas Sanchez Nicolas, il farmacista Leonardo Scolpiniti e
l’infermiera Chiara Ferri.
"Nell’ambito delle 40 perquisizioni effettuate dai
militari - ha spiegato il comandante dei Nas Pierluigi Felli - nelle
ultime ore è stato arrestato in flagranza di reato un altro ciclista
amatoriale, Davide Panucci, trovato in possesso di circa 80 confezioni
di Ormetazepan, un forte farmaco stupefacente". I sei arrestati sono
ritenuti responsabili di aver costituito un’associaizone per delinquere
dedita al traffico illecito di sostanze dopanti, utilizzate da atleti
appartenenti a squadre di ciclismo professionistiche e dilettantistiche
e da sportivi frequentatori di palestre al fine di incrementare le
proprie prestazioni agonistiche.


Nel procedimento sono inoltre indagati in stato di
libertà, per i medesimi reati, altre 35 persone, tra cui: sei ciclisti
professionisti, 15 ciclisti amatoriali, 2 medici sportivi, un
preparatore atletico, un massaggiatore, 2 farmacisti e 4 frequentatori
di palestre.


Secondo gli investigatori dei Nas al centro
dell’organizzazione c'era proprio Enrico Rossi, residente a Torriana,
nome di battaglia “red”, ciclista professionista 28enne della società
Ceramica Flaminia-Bossini di Rieti, risultata completamente estranea
alla vicenda. Enrico è il fratello di Vania Rossi, ex campionessa
italiana di mountain bike nel 2009, a gennaio risultò positiva ad un
prima analisi poi ripetuta con esito non negativo, e convivente di
Riccardo Riccò, corridore di Formigine (Modena) che ha in passato
subito una squalifica di due anni per doping, risultato però estraneo
all’associazione smantellata oggi dai Nas.


Secondo la ricostruzione di militari, sono tre i
canali attraverso cui il corridore si procurava le sostanze dopanti:
tramite un’infermiera, 28enne, che lavora in un ospedale pubblico sulla
prenestina a Roma, un farmacista residente in Calabria ma domiciliato a
Roma e lavora all’Ostiense, e un ciclista amatoriale 41enne di
professione operaio, anche lui di Torriana.L’infermiera e il farmacista
approfittavano del loro lavoro per procurarsi, all’insaputa delle
strutture i farmaci, mentre l’operaio-ciclista oltre a farmacie
romagnole, istituti zootecnici, usava internet per comprare farmaci
dopanti anche rari in Italia e all’estero.


A tenere i contatti con i tre fornitori un 26enne
di origine colombiana, ex ciclista professionista, pr nei locali di
Roma che scrive per giornali online di ciclismo. Ma era Rossi, secondo
i militari a fare delle vere e proprie ordinazioni, preparando dei
foglietti con l’elenco dei farmaci richiesti, le varie tipologie, con
allegati i programmi di allenamento, liste compilate dopo essersi
consultato con medici sportivi e preparatori atletici. Le consegne poi
avvenivano spesso di notte, anche con passaggi al volo dai finestrini
delle macchine.


Le indagini sono partite a settembre 2009, quando
uno dei preparatori atletici di Riccò va dai carabinieri del Nas di
Perugia e dice di aver ricevuto sul suo cellulare alcuni sms con cui
ignoti, che si firmavano “cobra” - nome di battaglia di Riccò - o Ricky
R., chiedevano consigli sull’assunzione di dopanti. Il preparatore
temeva che fossero manovre per screditare Riccò in vista nel suo
rientro. I Nas accertano che i messaggi non arrivano dal telefono del
corridore, ma scattano le intercettazioni telefoniche. Così “e’ emerso
che alcuni atleti, molti professionisti, soprattutto ciclisti, erano
stabilmente dediti all’assunzione di sostanze a contenuto dopante”. A
giugno sono scattate le prime perquisizioni, a casa del farmacista e
dell’operaio-ciclista, dove i Nas hanno sequestrato 150 confezioni di
specialità mediche e dopanti, soprattutto anabolizzanti, epo,
antinfiammatori usati sui cavalli, eccitanti, ormoni della crescita e
sostanze ad effetto mascherante che, diluendo le urine, sono in grado
di eludere i controlli sportivi.


Secondo i militari quasi tutte le sostanze erano di
Rossi, mentre l’operaio era solo il custode. Stamattina i 150 militari
impegnati nell’operazione Cobra red hanno anche eseguito 40
perquisizioni tra Roma, Rimini, Forlì, Cesena, Modena, Prato, Bergamo,
Reggio Emilia, Milano, Pistoia, Parma, Latina, Perugia e Bari. In
un’abitazione i militari hanno anche trovato una tenda ipossica, una
pratica dopante alternativa, illegale in Italia: una tenda dove,
secondo i Nas, Enrico Rossi, dormiva e si allenava simulando un
ambiente di alta quota. Il quantitativi di sostanze dopanti sequestrati
oggi sono in corso di quantificazione ma, “sono ingenti”.


“L’operazione fa parte di una più vasta strategia
operativa dei Nas sempre più impegnati nella lotta al doping nello
sport,dove alcuni atleti anche professionisti usano sostanze dopanti
per alterare prestazioni e competizioni, commettendo non solo un reato
e mettendo in atto un comportamento contro l’etica sportiva ma anche
mettendo a rischio la salute”, ha spiegato il colonnello dei Nas di
Roma Pierluigi Felli - aggiungendo che “sempre più spesso in queste
indagini si contano sportivi amatoriali e frequentatori di palestre”.

Fonte www.quotidiano.net

I Nas hanno eseguito nelle province di Roma e Rimini sei ordini di custodia cautelare in carcere emessi dal gip del Tribunale di Perugia, nei confronti di un ciclista professionista, due amatoriali, un giornalista sportivo, un farmacista e una infermiera ospedaliera, ritenuti responsabili di traffico illecito di sostanze dopanti utilizzate da atleti appartenenti a squadre di ciclismo professionistiche e dilettantistiche per alterare lo svolgimento delle competizioni sportive. L'operazione è stata chiamata "Cobra-Red" dal soprannome dei principali indagati. Red è nient'altro che Enrico Rossi, professionista della Ceramiche Flamionia che però risulta estranea ai fatti, e fratello di Vania Rossi, compagna di Riccardo Riccò.

Al momento gli arresti sono dunque 6: ma nell'inchiesta coordinata dai carabinieri di Perugia che lavorano per conto del pm Sergio Sottani, risultano denunciate a piede libero altre 35 persone tra cui 6 ciclisti professionisti e 15 amatoriali, oltre a medici sportivi, preparatori atletici, farmacisti e frequentatori di palestre. Gli arresti sono avvenuti questa mattina fra Roma e Rimini, mentre sono state effettuate, in differenti province italiane (Rimini, Forlì-Cesena, Modena, Prato, Bergamo, Reggio Emilia, Milano, Pistoia, Parma, Latina, Perugia e Bari), 40 perquisizioni. Gli esiti, dicono gli inquirenti, sono ancora da valutare ma nell'abitazione di Rossi è stata trovata una tenda ipossica, proibita dalle leggi italiane, che simulava le condizioni degli allenamenti ad alta quota.

da gazzetta.it

E' Enrico Rossi il fratello di Vania, l'azzurra recentemente coinvolta (ed
assolta) in un caso di doping-Cera, il professionista arrestato dai Nas
nell'ambito di un'operazione antidoping che ha portato al fermo cautelare
di cinque persone fra Roma e Rimini e che vede indagate 35 individui,
appartenenti o nell'entourage di squadre dilettantistiche e professionistiche.
L'accusa è pesante: associazione a delinquere dedita al traffico illecito
di sostanze dopanti. Nel procedimento sono state indagate in stato di libertà,
per i medesimi reati, ciclisti amatoriali e professionisti, medici sportivi,
preparatori atletici, farmacisti e frequentatori di palestre. I Nas hanno anche
eseguito 40 perquisizioni domiciliari e personali nelle province di Roma,
Rimini, Forlì-Cesena, Modena, Prato, Bergamo, Reggio Emilia, Milano, Pistoia,
Parma, Latina, Perugia e Bari.

da sportpro.it

7 commenti:

  1. Ciclisti amatoriali.....questi si che che sono furbi

    RispondiElimina
  2. A me piacerebbe che facessero i nomi dei 15 cicloamatori, dei professionisti non me ne importa nulla ma sono proprio curioso di sapere chi sono i geni che si bombano per le corsette della sagra ....

    Ciao Ciao Simone

    RispondiElimina
  3. ciao a tutti io dico solo una cosa che se si facesse un vero e' proprio controllo antidoping, incominciando dalle categorie minori ne vedete delle belle non aspettate che i ragazzi arrivino a 20 anni e' troppo tardi...................ciao tonio

    RispondiElimina
  4. Notizia di oggi, ai camp italiani pista una minorenne beccata con clembutanolo!!!!!

    Comunque, un commento da avv lo devo fare, non resisto...
    Premetto che odio il doping ed i dopati, i giornalisti, scusate lo sfogo, sono una categoria peggiore.
    A prescindere dal fatto assurdo di considerare doping la camera ipossica (perchè è doping solo da noi in italia, e perchè non si capisce perchè andare in altura per davvero è lecito, andarci per finta è illecito) sono bravissimi a fare notizioni per le retate pubblicando notizie spifferate da agenti senza scupoli in barba a ogni regola di segreto istruttorio o privacy delle persone coinvolte. E' tutto coperto da segreto istruttorio porcamiseria. Vi immaginate se qualcuno dei coinvolti è innocente? Un omonimo, o una trascrizione di una conversazione telefonica viene fatta male? Una virgola può far cambiare il senso di una frase.(Tempo addietro per poco non arrestavano il procuratore generale di Bari, che di cognome fa Seccia, pensando che fosse colluso, perchè dei malavitosi parlavano a telefono dicendo "amma j a sicce"? (che vuol dire andiamo a pescare le seppie? mentre intesero andiamo da Seccia?)
    di esempi di fati veri ne potrei fare decine, e vi spaventerei per quanto è facile finire per errore in un incubo!!!
    Il megasputtanamento chi lo ripaga?
    I giornalisti dovrebbero partecipare ai processi, in particolare alle udienze dove si emettono le SENTENZE, che sono pubbliche, (dopo che gli indagati hanno avuto il modo di dire la loro versione dei fatti) e diffondere solo quelle. Ma chi di voi ha mai visto una riga di giornale basata sulle sentenze?? e sfido qualcuno a trovarmi una sola riga di giornale di scuse ad un coinvolto in fatti di giustizia rivelatosi poi innocente.
    Scusate se mi sono dilungato, ma mi scappava...:)
    Boogerd

    RispondiElimina
  5. Ops, il telegiornale di oggi mi ha smentito.
    Hanno dato la notizia che il figlio dell'ultimo re d'Italia... è stato completamente assolto e scagionato (e con lui tutti gli altri inquisiti) da tutte le accuse rivoltegli qualche anno fa ... per le quali si è fatto pure una settimana di CARCERE.. e qualche mese di domiciliari...ma soprattutto, è stato SPUTTANATO all'inverosimile su tutti i mass media.
    Ma, è ovvio, la notizia è stata resa nota solo perchè si trattava del figlio del Re. Se si fosse chiamato pincopallino ...
    Boogerd

    RispondiElimina
  6. Hai perfettamente ragione, ma nel caso Riccò Family penso ci siano pochi dubbi .......

    Simone

    RispondiElimina
  7. Pochi dubbi per cosa???
    Credo che non vada fatta di tutta un'erba un fascio..
    A gennaio hanno demolito la vita, la famiglia di Vania Rossi.. per cosa.. per niente.. le donne che hanno partorito hanno gli ormoni a mille..
    bella la piazzata.. si e poi.. beh scusa.. ci siamo sbagliati non avevamo pensato che forse allattando le analisi potevano essere falsate..
    però intanto lei ha passato mesi di merda.. un incubo .. ora questo.. non è che forse.. li hanno un pò presi di mira??? non è che forse.. un sms con scritto andiamo a prenderci un gelato è diventato .. andiamo a doparci???? beh.. forse è il caso di guardarci bene prima di distruggere delle carriere.. magari non eccelse ma fatte di sacrifici e di voglia di pedalare.. è facile tirare addosso alla gente badilate di merda.. e poi una volta accortisi dell'errore.. dire mi dispiace.. ma può capitare che le persone non soprvvivano alla vergogna..
    e i casi che la cronca riporta sono tanti..

    RispondiElimina

Il Blog e' aperto a tutti unica condizione la firma nel commento.
Ciao Simone