venerdì 16 gennaio 2015

I Grandi casi di doping nel Ciclismo


Non era semplice toccare l'argomento, ma una delle Classifiche del Ciclismo è quella dei grandi scandali Doping.

1) Al primo posto come non inserire RICCARDO RICCO' tutto comincia nel 2008 al Tour de France, quando La gendarmeria francese gli ha notificato una positività al CERA (EPO di terza generazione), rintracciata nelle sue urine al termine della cronometro di Cholet, che lo ha costretto a lasciare la corsa. Anche a causa di questo scandalo la sua squadra, la Saunier Duval, ha deciso di ritirare dalla Grande Boucle tutti i suoi corridori.
Il 6 febbraio 2011 Riccò è stato ricoverato in ospedale, dopo aver accusato un malore al termine dell'allenamento, che risulterà dovuto ad un blocco renale. Successivamente il medico rende nota una confessione dell'atleta, reo di aver effettuato una autotrasfusione di sangue che conservava in frigo da diversi giorni.
Il 19 aprile 2012, il Tribunale Nazionale Antidoping infligge al ciclista una squalifica di 12 anni, accogliendo in toto la richiesta pervenuta dalla Procura antidoping del Coni che lo aveva accusato di auto-emotrasfusione. Tale condanna sancirebbe teoricamente la fine dell'attività agonistica di Riccardo Riccò giacché al termine della squalifica il corridore avrà 40 anni.

2) Al secondo posto non un Corridore, ma la madre di tutti gli scandali, la Squadra FESTINA L'8 luglio 1998, alla vigilia dell'ottantacinquesima edizione della Grande Boucle in partenza quell'anno dall'Irlanda, il massaggiatore della Festina-Lotus Willy Voet venne posto in stato di fermo a Lilla dalla polizia di frontiera al confine franco-belga: all'interno della sua vettura, vennero rinvenute centinaia di dosi di eritropoietina, anabolizzanti e anticoagulanti del sangue – in una mole ritenuta «impressionante» –, assieme ad altri prodotti dopanti di varia natura; la formazione francese era già tenuta sotto controllo dalle autorità competenti, vista la positività rincontrata poche settimane addietro nel suo corridore Christophe Moreau. Il fatto portò a varie perquisizioni nella sede del team ciclistico a Lione.

3) Al terzo posto il primo dopato della storia ad aver perso l'oro olimpico nel Ciclismo Tyler Hamilton.
Nel 2004 vinse la medaglia d'oro nella cronometro dei Giochi olimpici di Atene, salvo poi essere trovato positivo (primo nella storia)[1] ad un'emotrasfusione e squalificato per due anni, fino al settembre 2006. Nel 2012 il CIO gli ha ufficialmente tolto la medaglia d'oro vinta ai Giochi del 2004[2]. Si è ritirato al termine della stagione 2009.

4) Al quarto posto Mister 60% Bjarne Riis. Il 25 maggio 2007, in una conferenza stampa, Riis ammise, seguendo l'esempio di altri suoi ex compagni di squadra quali Aldag e Zabel, di aver fatto uso di doping durante la sua carriera, precisamente tra il 1993 e il 1998, assumendo EPO, cortisone e somatotropina.
Si disse inoltre disposto a restituire la maglia gialla vinta al Tour del 1996.
Il 4 luglio del 2008, proprio alla vigilia del Tour de France 2008, l'organizzazione della Grande Boucle riattribuì a Riis la vittoria del 1996 poiché, essendo passati più di dieci anni al momento della confessione, il reato era prescritto.

5) Al quinto posto sicuramente il primo come fu definito "pentito del doping" Filippo Simeoni, da un estratto della sua confessione al processo: Epo (eritropoietina, per l' ossigenazione del sangue), Gh (ormone della crescita), Andriol (testosterone): ecco le sostanze proibite che Simeoni ha detto di aver assunto con le tabelle di allenamento preparate dal dottor Ferrari. Alle domande del pm Giovanni Spinosa, Simeoni (sotto procedimento a Ferrara in un' altra inchiesta per doping ed è già stato interrogato) non ha tergiversato. «Ho assunto prodotti dopanti - ha detto - come l' Epo. A fine del '96 andai dal dottor Ferrari perché era considerato il migliore.

6/7/8) Danilo Di luca (vari casi), Lance Armstrong (ammissione pubblica), Marco Pantani (ematocrito alto a Madonna di Campiglio), ogni uno di loro ha una storia amara e triste che ha segnato un'epoca quella degli anni 90 dove il doping ha decisamente condizionato risultati e ordini di arrivo.

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Ciao Simone