Salgono a sei gli arresti nell’ambito
dell’operazione antidoping "Cobra red" condotta tra Roma e Rimini dai
carabinieri del Nas. I provvedimenti riguardano il ciclista
professionista Enrico Rossi, il ciclista amatoriale Giorgio Galli,
l’agente pubblicitario (e non, come si era appreso, giornalista)
Vanegas Sanchez Nicolas, il farmacista Leonardo Scolpiniti e
l’infermiera Chiara Ferri.
"Nell’ambito delle 40 perquisizioni effettuate dai
militari - ha spiegato il comandante dei Nas Pierluigi Felli - nelle
ultime ore è stato arrestato in flagranza di reato un altro ciclista
amatoriale, Davide Panucci, trovato in possesso di circa 80 confezioni
di Ormetazepan, un forte farmaco stupefacente". I sei arrestati sono
ritenuti responsabili di aver costituito un’associaizone per delinquere
dedita al traffico illecito di sostanze dopanti, utilizzate da atleti
appartenenti a squadre di ciclismo professionistiche e dilettantistiche
e da sportivi frequentatori di palestre al fine di incrementare le
proprie prestazioni agonistiche.
Nel procedimento sono inoltre indagati in stato di
libertà, per i medesimi reati, altre 35 persone, tra cui: sei ciclisti
professionisti, 15 ciclisti amatoriali, 2 medici sportivi, un
preparatore atletico, un massaggiatore, 2 farmacisti e 4 frequentatori
di palestre.
Secondo gli investigatori dei Nas al centro
dell’organizzazione c'era proprio Enrico Rossi, residente a Torriana,
nome di battaglia “red”, ciclista professionista 28enne della società
Ceramica Flaminia-Bossini di Rieti, risultata completamente estranea
alla vicenda. Enrico è il fratello di Vania Rossi, ex campionessa
italiana di mountain bike nel 2009, a gennaio risultò positiva ad un
prima analisi poi ripetuta con esito non negativo, e convivente di
Riccardo Riccò, corridore di Formigine (Modena) che ha in passato
subito una squalifica di due anni per doping, risultato però estraneo
all’associazione smantellata oggi dai Nas.
Secondo la ricostruzione di militari, sono tre i
canali attraverso cui il corridore si procurava le sostanze dopanti:
tramite un’infermiera, 28enne, che lavora in un ospedale pubblico sulla
prenestina a Roma, un farmacista residente in Calabria ma domiciliato a
Roma e lavora all’Ostiense, e un ciclista amatoriale 41enne di
professione operaio, anche lui di Torriana.L’infermiera e il farmacista
approfittavano del loro lavoro per procurarsi, all’insaputa delle
strutture i farmaci, mentre l’operaio-ciclista oltre a farmacie
romagnole, istituti zootecnici, usava internet per comprare farmaci
dopanti anche rari in Italia e all’estero.
A tenere i contatti con i tre fornitori un 26enne
di origine colombiana, ex ciclista professionista, pr nei locali di
Roma che scrive per giornali online di ciclismo. Ma era Rossi, secondo
i militari a fare delle vere e proprie ordinazioni, preparando dei
foglietti con l’elenco dei farmaci richiesti, le varie tipologie, con
allegati i programmi di allenamento, liste compilate dopo essersi
consultato con medici sportivi e preparatori atletici. Le consegne poi
avvenivano spesso di notte, anche con passaggi al volo dai finestrini
delle macchine.
Le indagini sono partite a settembre 2009, quando
uno dei preparatori atletici di Riccò va dai carabinieri del Nas di
Perugia e dice di aver ricevuto sul suo cellulare alcuni sms con cui
ignoti, che si firmavano “cobra” - nome di battaglia di Riccò - o Ricky
R., chiedevano consigli sull’assunzione di dopanti. Il preparatore
temeva che fossero manovre per screditare Riccò in vista nel suo
rientro. I Nas accertano che i messaggi non arrivano dal telefono del
corridore, ma scattano le intercettazioni telefoniche. Così “e’ emerso
che alcuni atleti, molti professionisti, soprattutto ciclisti, erano
stabilmente dediti all’assunzione di sostanze a contenuto dopante”. A
giugno sono scattate le prime perquisizioni, a casa del farmacista e
dell’operaio-ciclista, dove i Nas hanno sequestrato 150 confezioni di
specialità mediche e dopanti, soprattutto anabolizzanti, epo,
antinfiammatori usati sui cavalli, eccitanti, ormoni della crescita e
sostanze ad effetto mascherante che, diluendo le urine, sono in grado
di eludere i controlli sportivi.
Secondo i militari quasi tutte le sostanze erano di
Rossi, mentre l’operaio era solo il custode. Stamattina i 150 militari
impegnati nell’operazione Cobra red hanno anche eseguito 40
perquisizioni tra Roma, Rimini, Forlì, Cesena, Modena, Prato, Bergamo,
Reggio Emilia, Milano, Pistoia, Parma, Latina, Perugia e Bari. In
un’abitazione i militari hanno anche trovato una tenda ipossica, una
pratica dopante alternativa, illegale in Italia: una tenda dove,
secondo i Nas, Enrico Rossi, dormiva e si allenava simulando un
ambiente di alta quota. Il quantitativi di sostanze dopanti sequestrati
oggi sono in corso di quantificazione ma, “sono ingenti”.
“L’operazione fa parte di una più vasta strategia
operativa dei Nas sempre più impegnati nella lotta al doping nello
sport,dove alcuni atleti anche professionisti usano sostanze dopanti
per alterare prestazioni e competizioni, commettendo non solo un reato
e mettendo in atto un comportamento contro l’etica sportiva ma anche
mettendo a rischio la salute”, ha spiegato il colonnello dei Nas di
Roma Pierluigi Felli - aggiungendo che “sempre più spesso in queste
indagini si contano sportivi amatoriali e frequentatori di palestre”.
Fonte www.quotidiano.net
I Nas hanno eseguito nelle province di Roma e Rimini sei ordini di custodia cautelare in carcere emessi dal gip del Tribunale di Perugia, nei confronti di un ciclista professionista, due amatoriali, un giornalista sportivo, un farmacista e una infermiera ospedaliera, ritenuti responsabili di traffico illecito di sostanze dopanti utilizzate da atleti appartenenti a squadre di ciclismo professionistiche e dilettantistiche per alterare lo svolgimento delle competizioni sportive. L'operazione è stata chiamata "Cobra-Red" dal soprannome dei principali indagati. Red è nient'altro che Enrico Rossi, professionista della Ceramiche Flamionia che però risulta estranea ai fatti, e fratello di Vania Rossi, compagna di Riccardo Riccò.
Al momento gli arresti sono dunque 6: ma nell'inchiesta coordinata dai carabinieri di Perugia che lavorano per conto del pm Sergio Sottani, risultano denunciate a piede libero altre 35 persone tra cui 6 ciclisti professionisti e 15 amatoriali, oltre a medici sportivi, preparatori atletici, farmacisti e frequentatori di palestre. Gli arresti sono avvenuti questa mattina fra Roma e Rimini, mentre sono state effettuate, in differenti province italiane (Rimini, Forlì-Cesena, Modena, Prato, Bergamo, Reggio Emilia, Milano, Pistoia, Parma, Latina, Perugia e Bari), 40 perquisizioni. Gli esiti, dicono gli inquirenti, sono ancora da valutare ma nell'abitazione di Rossi è stata trovata una tenda ipossica, proibita dalle leggi italiane, che simulava le condizioni degli allenamenti ad alta quota.
da gazzetta.it
E' Enrico Rossi il fratello di Vania, l'azzurra recentemente coinvolta (ed
assolta) in un caso di doping-Cera, il professionista arrestato dai Nas
nell'ambito di un'operazione antidoping che ha portato al fermo cautelare
di cinque persone fra Roma e Rimini e che vede indagate 35 individui,
appartenenti o nell'entourage di squadre dilettantistiche e professionistiche.
L'accusa è pesante: associazione a delinquere dedita al traffico illecito
di sostanze dopanti. Nel procedimento sono state indagate in stato di libertà,
per i medesimi reati, ciclisti amatoriali e professionisti, medici sportivi,
preparatori atletici, farmacisti e frequentatori di palestre. I Nas hanno anche
eseguito 40 perquisizioni domiciliari e personali nelle province di Roma,
Rimini, Forlì-Cesena, Modena, Prato, Bergamo, Reggio Emilia, Milano, Pistoia,
Parma, Latina, Perugia e Bari.
da sportpro.it